La compressione del nervo radiale è una condizione più comune di quanto si pensi, soprattutto tra chi pratica sport che richiedono movimenti ripetuti del braccio, come tennis, padel, crossfit, arrampicata o sollevamento pesi.
Molti atleti interpretano il dolore e il formicolio al braccio come un semplice affaticamento muscolare, quando in realtà potrebbe trattarsi di un intrappolamento nervoso che coinvolge la sensibilità e la forza dell’arto superiore.
Il nervo radiale attraversa il braccio e l’avambraccio controllando movimenti e sensibilità di polso e dita, per questo una compressione può portare a fastidi persistenti, perdita di forza e difficoltà nei gesti tecnici.
In alcuni casi, i sintomi si manifestano solo durante l’attività sportiva, mentre in altri compaiono anche a riposo o durante la notte, rendendo la situazione frustrante.
La buona notizia è che, nella maggior parte dei casi, un approccio conservativo basato su fisioterapia, esercizi specifici e terapia manuale permette di risolvere il problema e recuperare la piena funzionalità.
In questo articolo ti spiego le cause più frequenti, come riconoscere i sintomi e quali strategie di trattamento risultano più efficaci.
Cos’è la Compressione del Nervo Radiale e Come Si Manifesta
La compressione del nervo radiale è una condizione che si verifica quando questo nervo periferico viene sottoposto a pressione, irritazione o intrappolamento lungo il suo decorso.
Il nervo radiale nasce a livello del plesso brachiale e attraversa braccio e avambraccio, controllando gran parte dei movimenti di estensione del gomito, del polso e delle dita, oltre a una parte della sensibilità della mano.
Quando il nervo viene compresso, la trasmissione degli impulsi nervosi si altera e compaiono sintomi che possono compromettere sia la vita quotidiana sia la performance sportiva.
Negli sportivi, questo problema è spesso sottovalutato perché i disturbi iniziali possono sembrare simili a un semplice affaticamento muscolare o a un’infiammazione temporanea.
Anatomia del nervo radiale e funzioni motorie
Per capire perché la compressione del nervo radiale sia così limitante, è utile conoscere il suo ruolo.
Questo nervo è responsabile della estensione del polso e delle dita, un movimento fondamentale per la presa, la stabilità della mano e il controllo degli attrezzi sportivi. Inoltre, contribuisce alla sensibilità della parte posteriore del braccio, dell’avambraccio e del dorso della mano.
Una sua alterazione può quindi tradursi in difficoltà nei gesti precisi, riduzione della forza e perdita di controllo motorio, aspetti particolarmente critici in discipline come tennis, padel, sollevamento pesi o crossfit.
Cause comuni e fattori di rischio sportivi
Le cause della compressione del nervo radiale sono spesso legate a sovraccarichi ripetuti, posture scorrette o traumi diretti.
In ambito sportivo, movimenti ripetitivi di estensione del polso e del gomito, impugnature rigide o carichi mal gestiti possono aumentare la tensione lungo il nervo.
Anche una muscolatura rigida dell’avambraccio o una scarsa mobilità di spalla e gomito contribuiscono a creare un ambiente sfavorevole, favorendo l’intrappolamento nervoso.
In alcuni casi, la compressione può comparire dopo una caduta o un colpo diretto al braccio, ma più spesso è il risultato di microtraumi cumulativi nel tempo.
Sintomi: dolore, formicolio e perdita di forza
I sintomi della compressione del nervo radiale possono variare da persona a persona, ma spesso sono caratterizzati da dolore profondo e fastidioso, che può irradiarsi lungo l’avambraccio, associato a formicolio o alterazioni della sensibilità.
Uno dei segnali più caratteristici è la perdita di forza nel polso e nelle dita, che rende difficoltoso afferrare oggetti o mantenere una presa stabile durante l’attività sportiva.
Nei casi più marcati, il gesto di estendere il polso diventa faticoso o instabile, con un impatto diretto sulla performance.
Come distinguere i sintomi da una tendinite
Una delle difficoltà principali è distinguere la compressione del nervo radiale da una semplice tendinite degli estensori.
Mentre la tendinite provoca un dolore più localizzato e legato al movimento del muscolo, la compressione nervosa tende a generare sintomi più diffusi, come formicolio, debolezza e dolore che non migliora con il solo riposo.
Capire questa differenza è fondamentale per impostare il trattamento corretto ed evitare terapie inefficaci che rischiano di prolungare i tempi di recupero.
Diagnosi e Trattamento Fisioterapico

La diagnosi della compressione del nervo radiale è un passaggio fondamentale per evitare trattamenti generici e poco efficaci.
In ambito fisioterapico, l’obiettivo non è solo individuare il nervo coinvolto, ma capire perché si sia creata la compressione e quali fattori stiano mantenendo il problema, soprattutto negli sportivi.
Un percorso mirato consente di ridurre i sintomi, recuperare la funzionalità e prevenire recidive che potrebbero compromettere il ritorno all’attività.
Valutazione clinica e test neurologici
La valutazione clinica parte sempre da un’analisi approfondita dei sintomi e della storia del paziente.
Il fisioterapista osserva movimenti, postura e gesti sportivi, individuando eventuali compensi o sovraccarichi.
I test neurologici specifici permettono di valutare la sensibilità, la forza e la risposta del nervo radiale allo stiramento o alla compressione.
Questi test aiutano a distinguere una sofferenza nervosa da problematiche muscolari o tendinee, indirizzando il trattamento verso la causa reale del disturbo e non solo verso il sintomo doloroso.
Terapia manuale e tecniche di decompressione
Una volta individuata la causa della compressione, la terapia manuale rappresenta uno degli strumenti più efficaci.
Attraverso tecniche mirate, il fisioterapista lavora sui tessuti che circondano il nervo radiale, riducendo le tensioni e migliorando la mobilità delle strutture coinvolte.
Le tecniche di decompressione favoriscono una migliore scorrevolezza del nervo, riducendo l’irritazione e il dolore.
I giovamenti non si limitano all’avambraccio, ma coinvolgono spesso anche spalla e gomito, aree importanti per un recupero completo e duraturo.
Esercizi di neurodinamica e potenziamento
Accanto al trattamento manuale, gli esercizi di neurodinamica svolgono un ruolo centrale nella riabilitazione.
Questi esercizi aiutano il nervo radiale a recuperare una corretta mobilità all’interno dei tessuti, riducendo la sensibilità e migliorando la funzione.
Progressivamente, il programma viene arricchito con esercizi di potenziamento muscolare, mirati soprattutto agli estensori del polso e ai muscoli stabilizzatori dell’arto superiore.
L’obiettivo è ristabilire forza, controllo e coordinazione, elementi essenziali per tornare allo sport in sicurezza.
Tempi di recupero e gestione del carico sportivo
I tempi di recupero dalla compressione del nervo radiale variano in base alla gravità del quadro e alla rapidità con cui si interviene.
Nei casi lievi, alcune settimane di fisioterapia possono essere sufficienti, mentre situazioni più complicate richiedono un percorso più graduale.
Fondamentale è la gestione del carico sportivo, che deve essere adattata progressivamente per evitare ricadute.
Un rientro troppo rapido o non controllato rischia di riattivare i sintomi, mentre una pianificazione personalizzata consente di recuperare la performance senza compromettere la salute del nervo.
Quando Preoccuparsi e Come Prevenire le Ricadute
La compressione del nervo radiale tende spesso a migliorare con un trattamento adeguato, ma ci sono situazioni in cui è importante non sottovalutare i segnali del corpo.
Ignorare sintomi persistenti o continuare ad allenarsi senza apportare le giuste correzioni può favorire ricadute e rendere il recupero più lungo e complesso.
Soprattutto per chi pratica sport, la prevenzione diventa una parte integrante del percorso terapeutico, tanto quanto la gestione del dolore iniziale.
Quando è necessaria una visita specialistica
È consigliabile richiedere una valutazione specialistica quando il dolore, il formicolio o la perdita di forza non migliorano nonostante il riposo e la fisioterapia iniziale.
Anche un peggioramento dei sintomi durante l’attività sportiva o la comparsa di disturbi notturni rappresentano segnali da non ignorare.
Una visita approfondita permette di escludere problematiche più complesse e di definire un percorso di trattamento mirato, evitando che la compressione del nervo radiale diventi una condizione cronica e limitante.
Fattori tecnici e biomeccanici da correggere
Molte recidive sono legate a errori tecnici o biomeccanici che continuano a stressare il nervo anche dopo la scomparsa del dolore.
Impugnature scorrette, movimenti ripetitivi mal controllati o una postura non adeguata durante l’allenamento possono mantenere una tensione eccessiva sull’avambraccio.
Intervenire su questi aspetti, migliorando la qualità del gesto sportivo e l’equilibrio muscolare, è fondamentale per ridurre il rischio di nuove compressioni e migliorare la performance complessiva.
Strategie preventive negli sport overhead
Negli sport overhead, come tennis, padel, pallavolo o crossfit, la prevenzione della compressione del nervo radiale passa attraverso una preparazione fisica completa.
Lavorare sulla mobilità di spalla e gomito, rinforzare i muscoli stabilizzatori e gestire correttamente i carichi di allenamento aiuta a ridurre lo stress sull’arto superiore.
La fisioterapia, in questo contesto, diventa uno strumento prezioso non solo per curare, ma anche per educare l’atleta a muoversi in modo più efficiente e sicuro.
Personalizzazione dell’allenamento
Ogni atleta ha caratteristiche, obiettivi e limiti diversi, per questo la personalizzazione dell’allenamento è un elemento indispensabile nella prevenzione delle ricadute.
Adattare volumi, intensità e tempi di recupero consente di rispettare i tempi di guarigione del nervo radiale e di tornare gradualmente alla piena attività.
Un programma su misura riduce il rischio di sovraccarico e favorisce un ritorno allo sport stabile e duraturo, mantenendo nel tempo i benefici del trattamento fisioterapico.





