La cervicalgia è un disturbo muscolo-scheletrico molto comune caratterizzato da un dolore localizzato in corrispondenza del collo, che in molti casi tende ad irradiarsi alle spalle e alle braccia.
Tra i sintomi più comuni abbiamo irrigidimento, formicolio, deficit di forza e dolore intenso in corrispondenza del tratto cervicale della colonna vertebrale. Possono manifestarsi anche nausea, vomito, emicrania, perdita di equilibrio e disturbi del sonno.
È importante non sottovalutarne i sintomi, ed evitare il “fai da te” e l’automedicazione, sottoponendosi quanto prima ad una visita medica per escludere patologie gravi e iniziare così un adeguato percorso riabilitativo con un osteopata.
Ma quali sono le cause? In che modo può intervenire l’osteopata? Scopriamolo insieme.
Cervicalgia: quali sono le cause?
Partiamo dal presupposto che è possibile distinguere due tipologie di cervicalgia: una forma acuta e una forma cronica.
La prima è solitamente di naturale muscolare e può derivare da fattori quali stress, ansia, postura scorretta, vita sedentaria oppure manifestarsi in seguito ad un infortunio o trauma come una caduta o il classico colpo di frusta.
La forma cronica è invece di natura vertebrale ed è quella che consegue a problematiche della colonna vertebrale o disturbi come la spondilosi cervicale, la degenerazione artrosica, un’ernia cervicale, la sindrome da disfunzione delle faccette articolari, ecc.
In che modo può intervenire l’osteopata
Lo scopo dell’osteopata è individuare ed intervenire sulla causa del dolore più che agire sulla sintomatologia stessa.
L’approccio osteopatico è basato su manipolazioni non invasive e non prevede alcun approccio farmacologico o strumentale: questa figura non si focalizza semplicemente sul dolore avvertito ma indaga sulla causa scatenante per ripristinare l’armonia totale del corpo.
Si inizia con un colloquio, durante il quale l’osteopata, oltre ad analizzare i vari sintomi, indaga sulle abitudini di vita (postura al pc, attività sportiva, ecc).
Dopodiché si prendono in esame i diversi esami diagnostici eseguiti (TAC, radiografie, RMN) per poi passare ad una valutazione più specifica con test di tipo osteopatico.
Una volta effettuato il colloquio e i test lo specialista andrà a creare una sorta di strategia d’attacco per la risoluzione del problema: l’osteopata esamina e tratta, oltre al rachide cervicale, anche altre aree del corpo ad esso correlate come ad esempio cranio, bocca, bacino, schiena e a volte anche organi interni per poter escludere patologie specifiche come deficit neurologici, una frattura vertebrale o neoplasia.
Le varie manipolazioni e manovre hanno come obiettivo il ripristino di una buona mobilità articolare e il miglioramento dell’assetto posturale
Per avere benefici di lunga durata è necessario eseguire diversi trattamenti osteopatici (di solito dalle 3 alle 5 sedute): il dolore si riduce fin sa subito ma i benefici risulteranno soltanto passeggeri se non si modificheranno una serie di abitudini poco salutari per l’organismo.
In primis è opportuno adottare un programma di rieducazione posturale con lo scopo di correggere e migliorare la postura per prevenire ulteriori episodi di cervicalgia.
Infine è opportuno adottare qualche sana abitudine come l’utilizzo di un materasso ergonomico e di un cuscino adatto alla cervicalgia, regolare la posizione dello schermo del pc mentre si lavora, eseguire regolarmente alcuni esercizi specifici per prevenire il dolore cervicale.
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