Vi sarà sicuramente capitato molte volte di domandarvi: meglio rivolgersi ad un fisioterapista o a un osteopata? Qual è la differenza tra le due figure professionali?
Osteopatia e fisioterapia in Italia vengono spesso confuse, non solo dai pazienti ma anche dai professionisti del settore.
L’osteopata e il fisioterapista sono entrambe figure volte al ripristino dello stato ottimale di salute dei pazienti, sebbene lavorino utilizzando approcci molto diversi.
Per poter scegliere a chi rivolgersi e cogliere dunque tutti i possibili benefici dal trattamento, è opportuno comprendere bene la differenza tra osteopatia e fisioterapia.
Di seguito vi illustreremo le principali differenze e punti in comune tra le due figure professionali.
Osteopata e fisioterapista: principali differenze
Di seguito le tre sostanziali differenze tra osteopatia e fisioterapia:
- Percorso formativo: per diventare fisioterapista bisogna conseguire la laurea della durata di 3 anni presso una struttura universitaria. Una laurea completa che prevede tirocinio nei reparti ospedalieri, un esame abilitante la professione e la discussione della tesi dinanzi ad una commissione statale. Per diventare osteopata invece non è prevista una formazione universitaria ma bisogna conseguire il D.O (diploma di osteopatia) frequentando un corso privato specifico full time della durata di 5 anni.
- Approccio terapeutico: il fisioterapista in accordo con il Fisiatra o con l’Ortopedico, si occupa della riabilitazione del paziente, agendo direttamente sulla zona colpita dal dolore. Il suo approccio è basato sui principi medici di evidenza scientifica: utilizza massaggi, esercizi posturali e terapie fisiche concentrandosi sulla sintomatologia e la riabilitazione del segmento corporeo interessato. L’osteopata non si occupa di riabilitazione ma in primis si occupa di disfunzioni osteopatiche. Vantando una visione olistica del corpo umano, l’osteopata non si focalizza semplicemente sulla zona dolorante ma indaga sulla causa scatenante cercandola in vari tessuti (nervi, arterie, visceri, articolazioni ecc).
- Trattamento: il fisioterapista può avvalersi dell’utilizzo di macchinari per ridurre il dolore e l’infiammazione (ad esempio tecarterapia) mentre il trattamento osteopatico è 100% manuale, dunque non si avvale di alcun macchinario. Il trattamento osteopatico è indicato in quelle situazioni che causano una limitazione della funzione, come ad esempio i problemi causati da una postura errata oppure per la prevenzione di patologie muscoloscheletriche. Il ruolo del fisioterapista invece è fondamentale nella riabilitazione, anche per la riabilitazione cardio-vascolare e respiratoria post intervento chirurgico o per la riabilitazione neuro-motoria in caso di traumi come ictus.
Osteopata e fisioterapista: punti in comune
Nonostante le differenze di approccio terapeutico e di trattamento, l’obiettivo di entrambi i professionisti è quello di alleviare la sintomatologie e aiutare il corpo a rispristinare il corretto equilibrio biodinamico.
Le due professioni in fin dei conti si completano: l’osteopata fornisce un trattamento mirato ad individuare la disfunzione primaria e il fisioterapista offre una riabilitazione precisa per trattare gli effetti sul dolore e sulla postura.
Spesso un approccio non esclude l’altro ed affiancarli può essere una buona soluzione per velocizzare il processo di guarigione del paziente.
Come avrete capito dunque osteopatia e fisioterapia hanno dei punti in comune, come tutte le professioni sanitarie, ma la sostanziale differenza risiede nei concetti di prevenzione e riabilitazione: la figura dell’osteopata è preventiva mentre quella del fisioterapista è riabilitativa.
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