Tecarterapia: cosa è e come può aiutare anche te

Sempre più spesso si sente parlare di Tecarterapia ma non sono molti quelli che ne parlano consapevolmente perché non hanno ben chiaro di cosa si tratti.

Spesso ci capita di sentir parlare in maniera entusiastica di questo tipo di trattamento ma la confusione a proposito della Tecarterapia è piuttosto evidente.

Come per ogni nuovo mezzo messo a disposizione dalla tecnologia per la salute ci si trova spesso a dover fare chiarezza poiché la poca conoscenza dei trattamenti spinge le informazioni a sovrapporsi e a diventare in breve frammentarie e forvianti.

Che cosa è la Tecarterapia®

Per cominciare iniziamo analizzando la parola stessa T.e.ca. r. che è  l’acronimo di Trasferimento Energetico Capacitivo Resistivo. Questo dà già un’idea più precisa della terapia che andremo a descrivere.

Infatti nell’acronimo già si indica il modo in cui questo dispositivo entra in azione e riesca a stimolare biologicamente i tessuti. Ma il gran clamore intorno alla Tecarterapia è dovuto soprattutto al suo grande successo in campo terapeutico.

Seppure non vi siano grandi studi al riguardo, la sua efficacia terapeutica è indubbia.

La Tecarterapia è nata in Spagna come strumento nella lotta alla cellulite ed è poi arrivata in Italia come strumento elettromedicale per contrastare i disturbi di tipo neuro-muscolo-scheletrici.

Negli anni l’evoluzione è stata enorme e ad oggi è utilizzata in molti piani terapeutici per diversi tipi di patologie legate prevalentemente alle mani, alla colonna vertebrale, all’anca, ai gomiti, alle ginocchia… e a contrastare in maniera decisa il dolore articolare.

Il successo della Tecarterapia è probabilmente legato ai grandi risultati e alla larga diffusione che questa pratica ha riscosso nella riabilitazione dei pazienti sportivi.

Molti operatori utilizzano la Tecarterapia sia su pazienti sportivi sia per trattare dei traumi acuti ma anche per fare trattamenti pre-gara volti alla prevenzione stessa degli infortuni.

Come funziona la Tecarterapia

Per comprendere al meglio il funzionamento della Tecarterapia bisogna scendere un po’ di più nel dettaglio.

Attraverso un condensatore vengono indotti nei tessuti lesionati dei movimenti di spinta e di tiro, di attrazione e di repulsione che vanno a coinvolgere i tessuti interessati.

Il fatto straordinario è che questi movimenti vengono ripetuti tra le 500.000 volte e il milione di volte al secondo!

Ciò fa sì che i tessuti interessati vengano stimolati da tre effetti simultanei: l’effetto chimico, quello termico e ovviamente l’effetto meccanico.

Fondamentalmente con la Tecarterapia si riesce a infondere energia ai tessuti senza alcuna somministrazione di energia proveniente dall’esterno come in altri sistemai terapeutici.

Sistema Capacitivo e Sistema Resistivo

Sono due le modalità che si possono utilizzare in una seduta di Tecarterapia per il trasferimento di energia.

Con il sistema capacitivo l’energia andrà ad essere rilasciata particolarmente nei primi strati sotto al contatto con l’elettrodo. In questa maniera il beneficio si trarrà soprattutto dal sistema vascolare e linfatico, dai muscoli e dai tessuti molli e superficiali in genere.

Nella modalità resistiva invece l’energia viene elargita più in profondità e a beneficiarne saranno maggiormente i tessuti ossei, tendinei, cartilaginei e aponeurotici.

Proprio per queste loro caratteristiche è maggiormente utilizzata la modalità capacitiva per andare a trattare contratture muscolari, edemi, ematomi superficiali

La modalità resistiva invece è maggiormente indicata per trattare problematiche che vanno a coinvolgere tendini e articolazioni.

Nella pratica però, il fisioterapista che utilizza la Tecarterapia andrà molto spesso ad usare entrambe le modalità poiché i processi patologici raramente non hanno implicazioni di entrambi i tipi.

La fase estremamente delicata è, come sempre, la diagnosi. Quando sarà ben chiaro qual è il tessuto da andare a stimolare, si potranno identificare al meglio gli accessori e le modalità da utilizzare.

Quali sono le problematiche che si possono trattare con la Tecarterapia?

Come detto il grande successo della Tecarterapia è dovuto alla sua efficacia ma anche alla grande varietà di problematiche che grazie ad essa possono essere trattate.

Alcune delle più diffuse patologie vengono trattate con questo nuovo sistema e riscuotono grandi successi: le tendiniti, le fasciti , il mal di schiena, l’artrosi… Nei trattamenti di queste patologie la Tecarterapia è estremamente apprezzata.

La Tecarterapia è molto impiegata nel trattamento delle fibrosi e  della fibromialgia , ma anche in traumatologia trova molta applicazione ai fini del riassorbimento di eventuali ematomi e nella stimolazione di muscoli lesionati.

Questo strumento si è dimostrato anche molto eclettico poiché quando le patologie arrivano alla fase acuta c’è la possibilità di impostare la Tecarterapia in modo che non si vada a manifestare un incremento termico, si opterà, al contrario,  per un incremento termico quando si andranno a trattare delle contratture.

La Tecarterapia è un tipo di trattamento che spesso induce una certa rilassatezza nei pazienti e non crea problemi nemmeno se il paziente è un portatore di protesi.

Riportiamo qui di seguito, racchiuse in un elenco soltanto parziale, alcune delle condizioni in cui la Tecarterapia si è dimostrata efficace:

  • dolori muscolari
  • sciatica
  • lombalgia
  • distorsioni
  • tendiniti
  • borsiti
  • lesioni ai tendini e ai muscoli
  • gonalgia
  • lesione legamento crociato anteriore
  • lesione legamento crociato posteriore
  • tenosinovite
  • stenosante
  • alluce valgo
  • traumi ossei e osteoarticolari
  • osteoporosi
  • riabilitazione post chirurgica
  • capsuliti
  • spalla congelata
  • contratture
  • lombosciatalgia
  • metatarsalgia
  • pubalgia;
  • coxartrosi
  • edemi
  • ematomi
  • lesione cartilagine triangolare del polso
  • gonartrosi
  • fascite plantare
  • epicondiliti
  • epitrocleiti
  • cicatrici
  • traumi sportivi
  • tendinopatia rotulea
  • dismenorrea
  • frattura del femore
  • cervicalgia
  • dito a scatto
  • frattura del calcagno
  • frattura della tibia
  • frattura dell’acetabolo
  • frattura del metatarso
  • frattura della clavicola
  • frattura dell’omero
  • frattura del calcagno

Come ogni terapia che utilizza radiofrequenze per la stimolazione biologica dei tessuti anche la Tecarterapia ha delle controindicazioni, sia assolute che relative. Sarà il fisioterapista a dover capire dove è possibile utilizzare questa terapia e dove è sconsigliabile.

Le controindicazioni assolute riguardano soprattutto pazienti in stato di gravidanza, pazienti affetti da neoplasie o che ne siano stati affetti negli ultimi dieci anni, pazienti in età pediatrica, pazienti con pacemaker, pazienti afflitti da epilessia, pazienti con device per l’insulina e pazienti portatori di qualunque device che non si può scollegare dal corpo.

Le controindicazioni relative invece sono legate particolarmente a pazienti in stato influenzale o febbrile, pazienti portatori di vecchie protesi altamente conduttive, pazienti con particolari problematiche dermatologiche, pazienti con ferite ancora non chiuse, pazienti con patologie che alterano la sensibilità cutanea, pazienti psichiatrici.

Fonte: Tecarterapia, cos’è, sintomi, cause e rimedi terapeutici